UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Uno di Noi” raggiunge le 92.994 firme on line

I risultati della petizione europea per i diritti dell’embrione, aggiornati all’8 marzo, di Elisabetta Pittino
29 Marzo 2013
ROMA, 11 Marzo 2013 (Zenit.org) – Uno di Noi, www.oneofus.eu, l’Iniziativa popolare Europea, che chiede a tutti i cittadine UE, una firma a sostegno della ricerca e dell’assistenza giusta, continua senza sosta la sua corsa verso il milione di firme.
 
Sono 92.994 le sole sottoscrizioni online all’8 marzo. A queste si aggiungono le prime firme in cartaceo giunte da alcuni dei 27 paesi in corsa per la vita. In tutto le firme sono oltre 120mila.
 
Prima, seconda e terza sono rispettivamente la Polonia, l’Italia e la Spagna, che rimangono sul podio ormai da ben 2 mesi.
 
La new entry della settimana è invece il Regno Unito che arriva al 5° posto dopo varie settimane nell’ombra.
 
Crescono progressivamente e in maniera costante gli altri stati. Non ci ci sono variazioni apprezzabili nella classifica dei primi 10 e all’ultimo posto rimane Cipro.
 
L’8 marzo è stata la Festa della donna. Uno degli obiettivi di One of Us è proprio quello di impedire che l’UE finanzi, in maniera diretta o indiretta, in maniera più o meno consapevole, una delle più grandi violenze fatte alle donne: l’aborto. L’aborto colpisce la donna nel corpo, nella psiche, nella sessualità, nelle sue relazioni, in tutta la sua persona. È una violenza che va a colpire la donna nel profondo nella sua essenza, in ciò che la distingue dall’uomo.
 
Quasi ogni giorno arrivano notizie degli aborti forzati in Cina, con violenze inaudite sulle donne che hanno “osato” avere più di un figlio, e sulle loro famiglie. In India e in Cina da anni si sta assistendo alla “sparizione” di bambine, selezionate prima di nascere, in modo da poter essere abortite per lasciare spazio al figlio maschio. Sono recenti le notizie di donne indiane sterilizzate forzatamente, contro la loro volontà, grazie ai programmi delle ONG per la pianificazione familiare, finanziati anche dall’UE. Donne abbandonate subito dopo l’operazione,senza cure post operatorie e lasciate in preda ai dolori.
 
Un rapporto dell’Europea Dignity Watch del marzo del 2012 (The Funding of Abortion Through EU Development Aid – An Analysis of EU’s Sexual and Reproductive Health Policy, per intero sul sito www.europeandignitywatch.org) ha rivelato che parte dei fondi messi a disposizione dall’UE per gli Aiuti allo Sviluppo, vanno a sostenere i progetti a favore della Salute Riproduttiva, cioè aborti e sterilizzazioni forzate.
 
L’Iniziativa Popolare Europea Uno di Noi chiede che “L’assistenza da parte dell’Unione [...] non sia utilizzata per finanziare l’aborto, direttamente o indirettamente, attraverso il finanziamento di organizzazioni che praticano o promuovono l’aborto” . In particolare One of Us ricorda come la Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in particolare l’OSM n°5 sulla salute e la mortalità materna, non possono essere interpretati come fornenti una base giuridica per l’utilizzo di fondi UE per finanziare direttamente o indirettamente l’aborto.
 
Per festeggiare ogni donna, anche quella che si prepara a nascere nel grembo di sua madre, ogni giorno dell’anno, firma One of Us, online sul sito www.oneofus.eu (per l`Italia anche su www.unodinoi.mpv.org) o sul modulo carteceo, scaricabile dal sito.
 
La sfida di questa settimana è di prolungare la festa della donna per un mese raccogliendo da qui al prossimo 8 aprile almeno 130mila firme. Ci state?
 
Per tutti quelli che non possono firmareè possibile sostenere One of Us diffondendo l’Iniziativa, oppure sostenendola economicamente tramite donazioni a Fondazione VITA NOVA Onlus Lungo Tevere dei Vallati 2 – 00186 ROMA (Italy), C.F. 07729580584 (http://www.fondazionevitanova.it/donazioni.php) IBAN: IT27H0200812809000102278000, BIC: UNCRITM1OP8, Causale: One of Us.