L’VIII capitolo è risultato il più complesso da accogliere in quanto chiede questa nuova luce negli occhi verso ogni fragilità. Questi verbi implicano innanzitutto accorgersi che siamo chiamati a uscire dalla «sindrome del figlio fedele» di LC 15, consapevoli che siamo tutti bisognosi di misericordia e di perdono.
«Il matrimonio come segno implica “un processo dinamico, che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio”[1]». [2]
Questo sguardo ricco di misericordia è la luce negli occhi che permette di accogliere, di accompagnare, di discernere e di integrare. Come lo stesso Papa Francesco diceva al Convegno della diocesi di Roma, «questo non significa non essere chiari nella dottrina, ma evitare di cadere in giudizi e atteggiamenti che non assumono la complessità della vita.
Il realismo evangelico si sporca le mani perché sa che “grano e zizzania” crescono assieme, e il miglior grano – in questa vita – sarà sempre mescolato con un po’ di zizzania»[3].
Noi a volte abbiamo una gran fretta di giudicare, classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi: il Signore, invece, sa aspettare. Egli guarda nel “campo” della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi le imperfezioni, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino. È lo sguardo che, nello spirito conciliare, il testo di Ad Gentes chiedeva ai missionari che partivano per terre lontane inesplorate dal Vangelo: oggi quelle terre siamo noi, chiamati a scorgere i «semina Verbi» (cfr. AG 11) nascosti nell’umanità di questo tempo. La mamma sa riconoscere il volto di suo figlio anche quando è sporco di fango: e la Chiesa è una mamma! Occorrono allora i nuovi occhiali che lo Spirito Santo ci sta offrendo per leggere con gioia la post-modernità, superando così lo sgomento e il senso di minorità che ci intristisce. Saremo in grado di riconoscere «la luce accesa da Dio che si nasconde dietro l’oscurità, o la brace che arde ancora sotto le ceneri»[4]? È proprio bello guardare con gli occhi fiduciosi di Dio le giovani generazioni e riuscire a vedere in loro, anche in chi convive, questo grano che può, con il vostro aiuto, diventare pane sulla mensa della famiglia.
[1] Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio (22 novembre 1981), 9.
[2] Papa Francesco, Esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia, 122.
[3] Papa Francesco, Discorso all’apertura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, Basilica San Giovanni in Laterano, giovedì16 giugno 2016.
[4] Papa Francesco, Esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia, 114.