Il convegno della Cei a Senigallia ha offerto spunti per laici e religiosi. Il matrimonio come sacramento che costruisce la Chiesa e contribuisce al bene della comunità.
A Senigallia per 4 giorni si sono ritrovate circa 540 persone, tra cui 90 bambini: politici, sacerdoti, religiosi e religiose, famiglie. Fra questi molti direttori diocesani della pastorale sociale e familiare. Una buona partecipazione sia come numero, dunque, ma anche come coinvolgimento personale. Il Convegno, che si è inserito nel percorso di preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale che sarà celebrato nelle Marche l'anno venturo, ha avuto come obiettivo, come si legge nel comunicato ufficiale della Cei, quello di approfondire la dimensione teologica del matrimonio "come sacramento che costruisce la Chiesa e contribuisce al bene della società", di richiamare il ruolo sociale della famiglia sottolineando "che l'amore è un bene comune e che l'esperienza della famiglia è chiamata ad uscire dal privato per assumere la consapevolezza di essere una ricchezza sociale", di offrire un contributo alle famiglie per l'educazione dei figli "alla solidarietà e all'impegno sociale" e di "trovare strade adatte per costruire reti solidali, cioé associazioni, che diano peso politico alla famiglia per una società che riconosca la famiglia come soggetto sociale".
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